Una lettera di Alessandro Gnocchi
Caro Paolo,
per una volta, concedimi il privilegio di stare nei panni del lettore che guarda sconsolato questa nostra povera Chiesa e mette nero su bianco ciò che ha nella testa e nel cuore.
Ora che ho rotto gli indugi con i convenevoli di rito, non so con precisione quando riuscirò a fermarmi e potresti trovarti tra le mani una di quelle lettere chilometriche e ponderose che, di solito, i direttori cercano di scoraggiare e, quando non sono riusciti nell’intento, scansano volentieri passandole a qualche anima pia accompagnandole con il solito “vedi tu cosa si può fare”.
Non so, caro Paolo, che cosa potrai fare con quanto ti ritrovi ora tra le mani. Mi verrebbe da dirti “vedi tu”, anche perché un po’ è colpa tua se ho preso carta, penna e calamaio per scrivere al direttore di “Riscossa Cristiana”. È colpa tua perché non mi poteva lasciare indifferente l’ articolo che lo scorso 6 maggio hai titolato “Il diritto di essere sconcertati” con un sommario che dice: “La telefonata a Emma Bonino, con relativo invito a ‘tenere duro’ (su cosa?) e l’invito in Vaticano per l’incontro con i bambini, seguiti a ruota dalla ‘semplificazione’ dell’assoluzione per il crimine abominevole dell’aborto sono gli ultimi due eventi che altro non fanno che banalizzare un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, gettando confusione ulteriore in una cristianità smarrita”.
per una volta, concedimi il privilegio di stare nei panni del lettore che guarda sconsolato questa nostra povera Chiesa e mette nero su bianco ciò che ha nella testa e nel cuore.
Ora che ho rotto gli indugi con i convenevoli di rito, non so con precisione quando riuscirò a fermarmi e potresti trovarti tra le mani una di quelle lettere chilometriche e ponderose che, di solito, i direttori cercano di scoraggiare e, quando non sono riusciti nell’intento, scansano volentieri passandole a qualche anima pia accompagnandole con il solito “vedi tu cosa si può fare”.
Non so, caro Paolo, che cosa potrai fare con quanto ti ritrovi ora tra le mani. Mi verrebbe da dirti “vedi tu”, anche perché un po’ è colpa tua se ho preso carta, penna e calamaio per scrivere al direttore di “Riscossa Cristiana”. È colpa tua perché non mi poteva lasciare indifferente l’ articolo che lo scorso 6 maggio hai titolato “Il diritto di essere sconcertati” con un sommario che dice: “La telefonata a Emma Bonino, con relativo invito a ‘tenere duro’ (su cosa?) e l’invito in Vaticano per l’incontro con i bambini, seguiti a ruota dalla ‘semplificazione’ dell’assoluzione per il crimine abominevole dell’aborto sono gli ultimi due eventi che altro non fanno che banalizzare un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, gettando confusione ulteriore in una cristianità smarrita”.