ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 11 settembre 2015

Abbandonare questa barca ??

Fuggiamo dalla misericordia 

… la misericordia è elargita a tutti, meno che alle vittime immediate dello sfacelo programmato dalla ideologia bergogliana. … nessuno si è ricordato dei piccoli, dei figli che sempre più numerosi  saranno schiacciati dall’ormai universale disegno di destrutturazione della famiglia. Segno che è ritenuta più importante ancora una volta la benevolenza del mondo delle passioni effimere.

di Patrizia Fermani

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La misericordia era il pugnale a lama corta triangolare o quadrata che poteva passare l’armatura  e serviva per dare il colpo di grazia al cavaliere colpito e disarcionato  o per ottenerne la resa.
La Chiesa  non godeva di buona salute,  già da quando si era messa a flirtare con quel  mondo che per secoli aveva  cercato di guidare e redimere, e di cui  è poi diventata a poco a poco la compagna patetica, disprezzata  eppure  sempre più comprensiva e servizievole. Non era mancato  qualche rigurgito di orgoglio  da parte di questo  o quel papa, subito scoraggiato dalla fronda interna di vescovi e di preti.

Quisque de populo

Chi ha detto che nel recente motu proprio di Papa Bergoglio sul matrimonio non ci sia una modifica della dottrina della Chiesa?

Matrimonio della Vergine
(di Paolo Pasqualucci su Chiesa e post-Concilio) Se si può dimostrare che la riforma bergogliana della procedura canonica altera il significato del matrimonio cattolico, allora la dottrina viene intaccata e ci troviamo di fronte alla possibilità dello “error in fide” manifesto da parte del Papa.
Tale dimostrazione è adombrata, come possibilità, in una nota reperita su internet, che mi sembra giusto proporre alla riflessione del lettori.

Divina Provvidenza?

L'invasione e l'identità nazionale

Quando ci fu la riforma liturgica, si sollevarono molte proteste. Fu però notato che coloro che facevano più chiasso non andavono a Messa, non erano neppure credenti. Il loro amore per la liturgia era culturale, estetico. Furono inefficaci.
Adesso si grida contro l’invasione musulmana dei migranti in nome dell’identità nazionale, ma i protestatari hanno forse un concetto giusto dell’identità nazionale? Sanno che la nazione italiana è stata forgiata dal cristianesimo? E, secondo loro, dopo il referendum sul divorzio e sull’aborto, il popolo italiano è ancora cristiano? Gli italiani che si sposano in chiesa sono sempre meno, le coppie spesso non fanno battezzare i figli, i genitori sempre più spesso non chiedono l’insegnamento religioso nelle scuole: sono ancora cristiani?
L’identità di cui sembrano gelosi è forse solo culturale, estetica, sportiva, culinaria? Se è così, saranno inefficaci.
Don Ennio Innocenti
Se il padre di Aylan era lo scafista, il corto circuito è assicurato per media e buonismo

“Leader arabi vergognatevi!”. Fu questa la reazione dei social media nel mondo arabo dopo aver ascoltato le parole del padre di Aylan, il bambino di 3 anni annegato e sbattuto nelle prime pagine di tutto il mondo di fronte. Le sue parole furono quelle di un padre che aveva visto un figlio sparire tra le onde, proprio lui che aveva paura dell'acqua e non voleva salire in quell'imbarcazione. 

Ma chi c'era a guidare la barca affondata davanti a Bodrum in Turchia?

Gospa loquacissima tacet?

CHE FINE HA FATTO PADRE LUCIANO CICIARELLI SCOMPARSO DA MEDJUGORJE

Del sacerdote di Civitella Casanova, 79 anni, non si hanno notizie da 38 giorni. Melilla (SEL) scrive al Ministro degli Esteri


PADRE LUCIANO DOVE SEI FINITO?Sono passati ormai 38 giorni dalla scomparsa a Medjugorje di padreLuciano Ciciarelli, sacerdote di 79 anni, originario di Civitella Casanova (Pe), del quale dal 2 agosto scorso non si hanno più notizie. Numerosi gli appeli che chiedono di scoprire cosa sia accaduto al sacerdote da parte di familiari, conoscenti a autorità.

Ubi diabolus..

Stati Uniti e Cuba, il diavolo e l'acqua santa


Sono le due mete del prossimo viaggio di Francesco, ai poli opposti della sua visione geopolitica. L'enigma dei silenzi del papa sull'assenza di libertà nel regime di Fidel e Raúl Castro 

ROMA, 11 settembre 2015 – Stati Uniti e Cuba, ovvero il diavolo e l'acqua santa. Il viaggio che papa Francesco ha in agenda dal 19 al 27 settembre lo porterà ai due poli opposti della sua visione geopolitica: nel tempio dell'«economia che uccide» e subito prima nell'avamposto dei popoli in via di riscatto.

Nell'isola dei Caraibi e nella "Alianza Bolivariana" già saldata tra Cuba e i regimi populisti di Nicaragua, Venezuela, Ecuador e Bolivia l'argentino Jorge Mario Bergoglio vede infatti un anticipo della "Patria Grande" da lui tanto sognata, la primavera di una integrazione del continente latinoamericano in chiave cattolica e anticapitalista.

Sursum corda, Down!

Piccole Sorelle Discepole dell'Agnello

Le Piccole Sorelle Discepole dell’Agnello sono una piccola comunità di consacrate, fondata a Buxeuil (in Francia) nel 1985, riconosciuta canonicamente nel 1990 dall’arcivescovo di Tours, poi stabilitasi a Le Blanc nel 1995 e infine eretta come istituto religioso di vita contemplativa dall’arcivescovo di Bourges, nel 1999. Tale istituto religioso, che riceve l’assistenza spirituale dal Padre Abate e dai monaci dell’abbazia benedettina di Fontgombault – nelle vicinanze della quale si trova la comunità –, è stato seguito nei primi passi della propria esistenza dal celebre genetista francese, il servo di Dio Jérôme Lejeune (1926-1994), per il quale si è concluso nel 2012 il processo diocesano per la causa di beatificazione.
A vocazione contemplativa, si tratta della prima comunità in cui si offre alle giovani trisomiche (affette da sindrome di Down) la possibilità di realizzare la propria vocazione religiosa, sostenute da una minoranza di sorelle prive di taleanomalia cromosomica.

“Nova Patria Christi, Africa”

Robert Sarah, chi è il cardinale che dice “Dio o niente”


Ha settantanni, è nato in Guinea ma ha studiato negli Stati Uniti; spesso ha posizioni inusuali, è ben poco relativista e convinto che le riforme non sempre siano giuste: è il cardinal Robert Sarah, sconosciuto agli addetti ai lavori fino a quando Papa Francesco, nel marzo scorso, l’ha promosso a prefetto della Congregazione del culto divino. Sconosciuto ai non adetti ai lavori fino a quando, in questi giorni, è diventato simbolo dell’ala conservatrice in vista del Sinodo di ottobre. Oggi, venerdì 11 settembre, nelle librerie esce il suo libro “Dio o niente” (Cantagalli).
Ma chi è, e che idee ha il cardinale Sarah?

Oh, come ci mancava!


CI MANCAVANO PURE LE “SCHONBORNATE”!

Caro cardinale Schonborn, non è che voi “rischiate di diluire la chiarezza dottrinale” per aiutare queste persone, voi l’avete già bellamente diluita! ed ingannate queste persone! LE STATE INGANNANDO quando fate credere loro che – vivendo in adulterio – hanno ugualmente la benedizione di Dio. Voi separate il Gesù che porta a compimento la Legge, dal Gesù Buon Pastore riducendolo ad un buonista schizofrenico che quando ammonisce lo fa solo contro i rigoristi della legge. No! non funziona così.

giovedì 10 settembre 2015

Profugo, ergo sum..

Le suore sfrattano le studentesse per ospitare 24 profughe

La scelta delle religiose Gianelline di Genova. Chiudono lo studentato e lo mettono a disposizione della Prefettura per ospitare le migranti. A suon di 35 euro
Il Papa ha fatto l'appello: "Tutte le parrocchie ospitino i profughi". Così oltre ai Vescovi, si sono cominciate a muovere anche le suore.
Alcune di loro, però, hanno anticipato il Santo Padre, mettendo a disposizione parte del loro convento per accogliere le migranti.


Il rumore dei grilli

Ammirevole Eppure Ridicolo

Poiché questa notizia è pubblica, anche Brietbart Notizie ha notato che l'ormai famosa Petizione filiale, invitando Francesco rimanere stabile nell'insegnamento tradizionale della Chiesa sul matrimonio e la procreazione, di cui ho scritto in precedenza, ha ormai raggiunto oltre 500.000 firme. La petizione, nota Brietbart, è stato firmata "da cinque cardinali e numerosi vescovi e arcivescovi di tutto il mondo. Altre figure importanti che hanno firmato la petizione sono l'ex senatore degli Stati Uniti Rick Santorum. "
In un certo senso, si tratta di un dimostrazione ammirevole della Chiesa militante e di sensus fidelium al lavoro. In un altro senso, però, è ridicolo.

Più al passo con i tempi di così!

Sacra Rota "breve": le voci del dissenso e il pericolo "scisma di fatto"
Sacra Rota 'breve': le voci del dissenso e il pericolo 'scisma di fatto'
Il commento più dirompente sulla riforma della Sacra Rota voluta da Papa Francesco è sicuramente quello del professor Ettore Gotti Tedeschi, banchiere cattolico ed ex presidente dello Ior, legatissimo al Papa emerito Benedetto XVI ed estromesso dalla guida della banca vaticana per ragioni non ancora del tutto chiarite. 

E' solo il primo passo verso un nuovo Cristo

Semplicemente nullo: riforma del processo canonico e riforma della Chiesa

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Semplicemente nullo: riforma del processo canonico e riforma della Chiesa
Le prime valutazioni della grande riforma del processo canonico voluta da papa Francesco concordano nel definirla “rivoluzionaria”, come ha fatto anche Bruno Forte, domenica scorsa, sul “Sole 24 ore”. In effetti, le novità procedurali introdotte nel Codice di Diritto Canonico non sono né marginali né prive di significativi effetti sulla prassi giudiziaria del futuro. In particolare, la cornice che introduce la riforma del Codice sottolinea il desiderio di collegare più strettamente l’esercizio della potestà giudiziaria al ministero episcopale, radicando nella Chiesa locale la competenza originaria sulle cause.

Ne avertátur húmilis factus confúsus (Ps. 73)

Intervista a don Pierpaolo Petrucci di Marco Bongi

Rev. don Pierpaolo,


la recente lettera del Papa a mons. Rino Fisichella che, tra l'altro, contiene anche una disposizione relativa alla validità e alla liceità delle confessioni da parte dei sacerdoti FSSPX durante il prossimo Anno Santo, ha suscitato reazioni contrastanti, da quelle entusiastiche ad altre critiche. Mi permetto allora di rivolgerLe alcune brevi domande allo scopo di fare chiarezza:

Parli chiaro?

Papa Francesco sarà negli Stati Uniti (e all’ONU) dal 22 al 27 settembre, sostando a Washington, New York e Filadelfia. Che cosa chiedono a Francesco i cattolici statunitensi? Il mensile ‘Inside the Vatican’  ha raccolto in un numero speciale auspici e preoccupazioni dei suoi lettori e di alcune personalità anche non cattoliche.

Gajarda la frittata!

La Moretti: “Sul matrimonio il Papa ricalca il PD”. Dai cattolici insulti e sfottò

Per l'ex candidata governatrice del Veneto le nuove norme sui matrimoni decise dalla Chiesa "ricalcano la legge sul divorzio breve" di cui era relatrice. C'è chi, ironizzando, propone di nominarla Dottore della Chiesa o vescovo.

L’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti sostiene su Facebook che la riforma delle procedure per dichiarare la nullità del matrimonio cattolico decisa dal Papa “ricalca” la riforma del divorzio breve promossa dal Partito Democratico, con lei in veste di relatrice. Immediatamente la sua posizione scatena l’ilarità, l’indignazione e le polemiche da parte di numerosi cattolici e lei, compresa la gaffe, prova a metterci una improbabile pezza.

Chi abbocca* e chi no

Vera accoglienza significa fermare la guerraI vescovi della Siria e dell'Iraq ce lo dicono con insistenza: il nodo centrale di questa crisi non è l'accoglienza dei profughi ma fermare il conflitto alle radici. È ora che prendiamo sul serio questi appelli, perché l'aumento dei profughi significa anche perdere la speranza di un futuro per i cristiani in Medio Oriente.
Profughi dalla Siria
«Dico che il punto centrale non è accogliere e ospitare i profughi, ma è fermare il conflitto alle radici. Tutti devono essere coinvolti, dall’Occidente alle nazioni arabe, dalla Russia agli Stati Uniti. Questo è ciò che aspettiamo, la pace… Non parole sui migranti e discorsi sull’accoglienza. Mai più la guerra». Più chiaro di così il patriarca melchita, Gregorio III Laham, non poteva certo essere, e la sua non è certo una voce isolata: da anni ormai i vescovi iracheni e siriani continuano a chiedere un intervento militare dai paesi occidentali per porre fine alle sofferenze della popolazione, e le voci si sono alzate ancora di più in queste settimane che vedono i cattolici italiani ed europei concentrati soltanto sull’accoglienza.

mercoledì 9 settembre 2015

I boccaloni


La Chiesa s’inginocchia al “Mondo”? Anzi, mondialismo.

Spero siano rimasti solo i boccaloni stupidi manipolati (ossia la maggioranza assoluta) a credere che i leader europei siano stati travolti dalla commozione alla vista del povero bambino spiaggiato, e dalla generosità sulla questione degli immigrati. Ormai gli avvertiti (infima minoranza) dovrebbero aver capito che s’è trattata di una montatura a freddo, che s’è conclusa come volevano fin dall’inizio: una ulteriore brutale direttiva della tecno-dittatura europea, sul modello di quella brutalità usata contro la Grecia soggetta che aveva provato a ribellarsi: ciascuno si prenda le quote, e multe a chi non ci sta. Senza discussione democratica, senza votazione, con la demonizzazione di chi obiettava: xenofobo, razzista, oscurantista colui che “vuole difendere le frontiere” o, peggio, “la propria identità”. E’ fatta, bisogna accettarli tutti.

Defensores Fidei !?

Il manifesto dei vescovi anti Bergoglio


Un titolo manicheo, «Dio o niente». Sembrerebbe il contrario di quel che appare oggi la chiesa nell' era di Papa Francesco. Ma è il titolo di un libro-intervista con un principe della Chiesa, un cardinale. Uscirà da questo venerdì in tutta Italia per i tipi di Cantagalli, e contiene le conversazioni sulla fede che il giornalista francese Nicolas Diat ha avuto con il cardinale Robert Sarah, attuale prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, e già il più giovane vescovo del mondo a Conakry, in Guinea (scelto da Paolo VI e ordinato a soli 34 anni da Giovanni Paolo II).

I chiodi sulla Croce

Una ferita al matrimonio cristiano

(di Roberto de Mattei) I dueMotu proprio di Papa FrancescoMitis iudex Domins Iesus per la Chiesa latina eMitis et misericors Jesu per le Chiese orientali, resi noti l’8 settembre 2015, infliggono una grave ferita al matrimonio cristiano.
L’indissolubilità del matrimonio è legge divina e immodificabile di Gesù Cristo.La Chiesa non può “annullare”, nel senso di sciogliere, un matrimonio. Essa può, con una dichiarazione di nullità, verificarne l’inesistenza, dovuta alla mancanza di quei requisiti che ne assicurano la validità. Ciò significa che in un processo canonico la priorità della Chiesa non è l’interesse dei coniugi nell’ottenere la dichiarazione di nullità, ma la verità sulla validità del vincolo matrimoniale.

Volere e pentere insiem non puossi


Prime e seconde nozze. Anche Dante dice la sua


Dante
Il doppio motu proprio di papa Francesco pubblicato ieri, che entrerà in vigore l’8 dicembre con l’apertura del giubileo della misericordia, ha dilatato a dimensioni di “masse” le occasioni di riconoscimento di nullità dei matrimoni celebrati in chiesa.
Gli effetti della svolta si misureranno alla prova dei fatti. Ma sarà anche da vedere quanto incideranno fin da subito sul sinodo del prossimo ottobre.

Las Vegas Church

Le novità circa la nullità dei matrimoni… ormai ci troviamo davanti alla miserevole “Chiesa della misericordia” che si inventa i Sacramenti a geometria variabile con lo scopo di renderli inoperanti, come del resto fa con il dogma, con la morale, con la liturgia. Ci troviamo davanti a una Chiesa che non percepisce il ridicolo di affermare, per bocca del suo vertice e dei suoi ridicoli megafoni, che nei suoi tribunali va amministrata la misericordia invece della giustizia.

Motu improprio: si scopron le tombe, si levano i morti ...

Motu Proprio, chi sbuffa e chi plaude dopo la rivoluzione matrimoniale di Papa Francesco


“E’ una riforma importante e rispondente alle necessità del nostro tempo, da guardare come una prima risposta del Papa alle sollecitazioni venute dal Sinodo dei vescovi dell’anno scorso”, spiega al Corriere della Sera il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi. Una riforma che il giornalista Luigi Accattoli riassume in poche parole: rapidità, gratuità, ruolo centrale del vescovo. Sono queste, scrive sul quotidiano diretto daLuciano Fontana, “le tre chiavi della riforma del processo matrimoniale promulgata ieri da Papa Francesco”. Una riforma “forte, quasi una rivoluzione, consegnata a un documento intitolato ‘Mitis Iudex Dominus Iesus’”.
IL SINODO SULLO SFONDO
Una riforma su cui, osserva l’editorialista Massimo Franco, ha sullo sfondo “il Sinodo sulla famiglia, un appuntamento che preoccupa profondamente il Papa per la spaccatura potenziale tra i sostenitori della comunione ai divorziati risposati e una larga maggioranza fermamente contraria a qualunque revisione della dottrina. Andrea Tornielli, responsabile del portaleVatican Insider, scrive sulla Stampa che i provvedimenti adottati ex motu proprio da Francesco sono “una bomba d’acqua destinata a spegnere molte micce già accese in vista del prossimo Sinodo sulla famiglia”. Nota Tornielli che “la mossa di Francesco viene incontro alle attese di tanti fedeli” e “disinnesca almeno in parte le polemiche e potrebbe sgonfiare almeno in parte la fronda interna. Una semplificazione e uno snellimento delle procedure di nullità matrimoniale era infatti attesa da tempo”.
RISCHIO SCISMA E RELATIVIZZAZIONE DEL SACRAMENTO
Ettore Gotti Tedeschi, economista cattolico e già presidente dello Ior, vede nella riforma “un’operazione a fin di bene, magari opportuna ma pericolosa. Si rischia di relativizzare il sacramento del matrimonio. Se il Papa dice che per ragioni di immaturità un sacramento è nullo, si mette in discussione lo stesso sacramento. E’ un’ammissione di impotenza della Chiesa, che non ha saputo valutare il senso di responsabilità di chi si è sposato”, spiega al Corriere della Sera. Il rischio, ha aggiunto, “è che continuando così si finisca per alimentare uno scisma di fatto”.
“LA DEMOCRATIZZAZIONE DELLA CHIESA”
Non la pensa così Chiara Sareceno, che su Repubblica parla addirittura di “democratizzazione” della Chiesa. Scrive la sociologa che “si tratta di un allargamento democratico, dell’instaurazione di una giustizia di prossimità, analoga a quella introdotta, per ora solo eccezionalmente in occasione del Giubileo della misericordia, per l’assoluzione del peccato (per la Chiesa) di aborto, con l’estensione di questa facoltà a tutti i sacerdoti, e non solo ad ecclesiastici specializzati. Se poi il processo diverrà gratuito per tutti, come chiede il Papa, il processo di democratizzazione sarà più completo”.
GIULIANO FERRARA CONTRO LA “PASTORALE LOW COST” DI FRANCESCO
Giuliano Ferrara, in un commento sulla prima pagina del Foglio, esprime tutti i suoi dubbi sulla “pastorale low cost”. “Ieri l’aborto, adesso il divorzio breve. La Chiesa della misericordia si è messa a correre. Accoglie, accoglie, accoglie. E’ Chiesa orante, non giudicante. E’ Chiesa della gratuità, perfino low cost. Il vescovo può sciogliere in un anno, anche meno, un matrimonio rivelatosi spiritualmente nullo. Se ne può contrarre un altro, magari più di uno, e restare in comunione senza problemi e senza complessi”, scrive il fondatore del Foglio, aggiungendo che “la rovina di una cultura della contraddizione etica e del cristianesimo come ossatura della civiltà occidentale, con una chiesa capace di disciplinarsi e disciplinare, proteggendo laici e cattolici dai lupi del postmodernismo, questo mi sembra sempre più probabile, buone intenzioni e fini santi a parte”.
09 - 09 - 2015Matteo Matzuzzi

http://www.formiche.net/2015/09/09/motu-proprio-matrimonio-papa-francesco/ 

UNA SVOLTA EPOCALE NEL SEGNO DELLA MISERICORDIA


Papa Francesco all'inagurazione dell'anno giudiziario della Sacra Rota, il 23 gennaio 2015. Le fotografie di questo servizio sono dell'agenzia Reuters.  08/09/2015  E' la terza riforma del processo del matrimonio cattolico. Prima di papa Francesco solo Benedetto XIV (1741) e Pio X (1908). Nel Vaticano II le motivazioni per il maggior ruolo del vescovo. Nell'elaborazione dei Padri della Chiesa il principio di "misericordia pastorale". Una serie di decisioni che orienta il dibattito del prossimo Sinodo sulla famiglia. Ma non sarà facile.

Papa Francesco all'inagurazione dell'anno giudiziario della Sacra Rota, il 23 gennaio 2015. Le fotografie di questo servizio sono dell'agenzia Reuters.
E’ la terza riforma del processo canonico matrimoniale. Prima di papa Francesco c’era stata quella di Benedetto XIV nel 1741 e quella di Pio X nel 1908. Ma quella di oggi si può definire “storica”, come ha osservato monsignor Pio Vito Pinto, decano della Rota Romana e presidente della speciale commissione voluta da Bergoglio un anno per riformare il Codex, nella conferenza stampa in Vaticano. Benedetto XIV, papa Lambertini, sommo giurista, consolidò il sistema dello scioglimento pontificio “pro gratia” del vincolo “rato e non consumato” (ovvero del matrimonio in cui i coniugi, pur regolarmente sposati, non hanno rapporti sessuali) e poi inserì la necessità della "doppia sentenza conforme" per contrastare gli abusi commessi dai vescovi e dai tribunali, soprattutto in Polonia, norma che ora papa Francesco ha abolito. Pio X confermò in sostanza i principi di Lambertini, ma stabilì che i processi canonici devono essere preferibilmente celebrati nelle diocesi, limitando il ricorso e gli appelli alla Santa Sede.
Bergoglio coglie le indicazioni di Pio X e le inserisce nel quadro teologico e normativo del Vaticano II, sottolineando il ruolo del vescovo e quello delle Chiese locali. In sostanza si tratta di una riforma che trova il suo significato e il suo fondamento nel Concilio. Una raccomandazione in tal senso era stata espressa dal Sinodo dei vescovi del 2005, quello dedicato all’ “Eucarestia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”, che nelle preposizioni finali, al numero 40, chiedeva di “approfondire ulteriormente gli elementi essenziali per la validità del matrimonio, anche tenendo conto dei problemi emergenti dal contesto di profonda trasformazione antropologica del nostro tempo”.

Il punto centrale della riforma, con norme più precise e una procedura più breve, è la sottolineatura che per il matrimonio cristiano, anzi per il sacramento del matrimonio cristiano, occorre la fede. Già  Joseph Ratzinger, da cardinale, nell’Introduzione alla istruzione della  Congregazione della dottrina della fede sulla pastorale dei divorziati risposati del 1998, aveva osservato che “si dovrebbe chiarire se veramente ogni matrimonio tra due battezzati è ipso facto un matrimonio sacramento”. E diventato papa Benedetto XVI Ratzinger ha sollevato più volte la questione. La stessa cosa ha fatto in diverse occasioni Bergoglio. Ora arrivano i due “motu proprio” e monsignor Pio Vito Pinto sull’Osservatore Romano di mercoledì 9 settembre osserva che “ora non è più tempo delle analisi, ma quello di agire con giustizia e misericordia”. E aggiunge che è il tempo di passare “dal ristretto numero di poche migliaia di nullità a quello smisurato di infelici che potrebbero avere la dichiarazione di nullità, per l’evidente assenza di fede come ponte verso la conoscenza e quindi la libera volontà di dare il consenso sacramentale, ma sono lasciati fuori dal vigente sistema”. Infattitra le fattispecie per dichiarare la nullità nel processo breve, c’è la “mancanza di fede”.

Pinto non esclude che vi siano “resistenze” e ammette che “non sarà facile implementare questo nuovo sistema procedurale”: “La comunione e la collegialità richieste dal nuovo processo avranno bisogno di tempo per lo studio e la formazione”. Papa Francesco ha indicato tuttavia la strada della misericordia al cui centro c’è il vescovo diocesano o l’eparca per le Chiese di rito orientali. Dovranno riconoscersi più responsabili non solo della dottrina, ma anche della giustizia e della misericordia, per i propri fedeli. Il tema della misericordia è stato sottolineato, nella presentazione alla stampa, anche dall’Esarca apostolico di Atene, cioè il vescovo cattolico, monsignor Dimitrios Salacas: “A quanto mi risulta è la prima volta che in un documento pontificio di indole giuridica si ricorre a questo principio patristico di misericordia pastorale per affrontare un problema come quello della dichiarazione di nullità del matrimonio”. Questa è alla fine la novità più grande insieme al ruolo del vescovo come giudice e non è una faccenda solo procedurale.

Sarà molto interessante vedere come inciderà questa riforma nel dibattito al Sinodo ordinario dei vescovi sulla famiglia previsto per ottobre. Molti padri sinodali l’anno scorso al Sinodo straordinario avevano sottolineato la necessità di snellire le cause e di riconoscere il fallimento per fede. E questa è anche la posizione del papa emerito Benedetto XVI. E’ evidente infatti che se molti più matrimoni venissero dichiarati nulli verrebbe disinnescato in buona parte il dibattito sulla questione della comunione ai divorziati risposati, che è sempre molto aspro e polemico.

Ma c’è anche un'altra questione, sollevata dal cardinale Coccopalmerio, presidente della Pontificio Consiglio per i testi legislativi alla presentazione dei due “motu proprio” e cioè che le nuove norme impongono un aggiornamento e un’integrazione dei canoni del Codex relativi alla famiglia: “Il Codice latino dovrebbe dare spazio non solo al sacramento del matrimonio, bensì anche alla famiglia, alla sua identità, alla sua soggettività e alla sua missione”. Coccopalmerio si riferisce non solo alla famiglia tradizionale, ma anche al “problema delle nuove normative civili relative a matrimonio e famiglia spesso incompatibili con la dottrina e la disciplina della Chiesa, però di fatto esistenti”, che vengono “inevitabilmente ad avere un impatto sull’ordinamento”. E fa un esempio: “Un solo caso, tra i più semplici; nelle legislazioni in cui le coppie omosessuali possono adottare, se una coppia omosessuale vuole battezzare il bambino, come si deve provvedere? Come, per esempio, si registra il battesimo?”. Sarà sicuramente argomento, tra gli altri, del prossimo Sinodo.