VERA E FALSA TEOLOGIA
Teologia satanica? il Diavolo è più astuto dei suoi servi sciocchi e da sempre è lui che si serve di essi senza che neppure se ne accorgano. I teologi non possono prendere le Scritture e far dire ad esse quel che vogliono loro
di Francesco Lamendola
Dei teologi, fino alla prima metà del Novecento, non è che si parlasse molto. C’era la grande tradizione tomista, naturalmente; c’era il prestigio acquistato da Tommaso d’Aquino come massimo interprete delle Sacre Scritture, dei Padri della Chiesa e dei misteri cristiani; ma, nello stesso tempo, c’era la consapevolezza che l’epoca d’oro della teologia era finita insieme al Medioevo, e che non solo alla società profana, ma anche alla Chiesa stessa, la teologia, ormai, avesse poco da dire o da aggiungere, e che difficilmente avrebbe potuto riconquistare la posizione eminente di cui aveva goduto in passato, come regina di tutte le scienze.
C’erano, è ovvio, alcuni eccellenti teologi, anche nell’epoca moderna: un Romano Guardini, un Ètienne Gilson, un Romano Amerio, senza parlare del grande, grandissimo Kierkegaard - un protestante che aveva visto tutta la miseria del protestantesimo e che si era spinto quanto mai vicino alla posizione cattolica, senza però aderirvi -; tuttavia, in effetti, il grande pubblico, e non solo nella cultura profana, ma anche in quella cattolica, non li conosceva se non di nome, né li aveva letti, se non di sfuggita, perché ormai si era largamente diffusa l’idea che la teologia ha poco o niente da dire all’uomo moderno, così come, del resto, anche la filosofia.