ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 17 dicembre 2017

Con misericordia e predilezione


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“Io denunciato dal Vaticano per 4 bandierine, ora rischio il carcere.” La doppia morale della Santa Sede


La doppia morale dello Stato Pontificio che accoglie tutti ma anche no. 
di Riccardo Corsetto
“Ricevere migrati è un comandamento di Dio”. Le parole del Santo Padre, pronunciate sul volo AV150 che a settembre lo riportava dalla Colombia in Italia risuonano amare nella mente di Romio, soprannome di Khan Mohammed Reazul Karim, arrivato a Roma da Chittagong, Bangladesh. E sì perché Romio, a differenza di tanti migranti ha un permesso di soggiorno e un lavoro in proprio, e forse proprio per questo si è visto denunciare dalla Guardia di Finanza per aver esposto nel suo negozio di Tour operator, nel quartiere Trionfale, a pochi passi dal Vaticano, quattro bandierine con l’immagine del Papa. Se fosse stato irregolare e abusivo ambulante non se lo sarebbe filato nessuno. Ma lui ha aperto un negozio, ha una mente imprenditoriale, organizza tour per turisti nel centro di Roma e in Vaticano, ed è sicuro che a mandargli la Finanza sia stata proprio la Città Santa.
“Non c’è dubbio, dice, me lo hanno detto gli stessi agenti che sono venuti.” Del resto, recentemente, la Santa sede ha comunicato ai media di aver incaricato un’agenzia per intercettare i casi di strumentalizzazione e contraffazione dei marchi e simboli collegati al Vaticano. Allo stesso modo di come fanno da sempre gli uffici legali di qualunque brand. Che sia Coca Cola o Dolce e Gabbana. Ma Romio non ha commesso alcun plagio. Non commercializza prodotti con marchio del Vaticano né souvenir religiosi. Il verbale di sequestro parla di quattro bandierine di plastica con la faccia di Francesco I e di una cartina del Vaticano, di quelle che chiunque potrebbe trovarsi in tasca. Allora perché questo accanimento per un migrante regolare? Dove è finita l’accoglienza e la misericordia di Dio che tutti accoglie? E se il cittadino qualunque, e anche i fedeli, non stupiscono davanti alla natura commerciale del Vaticano – che un recente best seller definisce “Società per azioni”, proprietaria di un immenso patrimonio immobiliare esente Imu e di una banca che è praticamente l’unico ed eccezionale paradiso (fiscale ovviamente) in terra italiana – bisognerebbe stupirsi però della doppia morale della trinità. O meglio di chi la rappresenta in questa ipocrita terra. Se i migranti del mondo vanno accolti tutti, come il Papa sostiene in Tv da Don Marco Pozza o all’Angelus davanti ai fedeli, a maggior ragione vanno accolti quelli regolari e che lavorano. Proprio come Romio, che arrivato in Italia non se ne è stato con le mani in mano, a dedicarsi alle tante attività straccione dei suoi connazionali, spesso irregolari o alla meglio prestanome nel racket dei mini market che invadono la Capitale. Romio ha rilevato un negozio e aperto un’attività: un tour operator a pochi passi dallo Stato Pontificio, vicino via Candia. Ragione sociale del suo tour operator di cui potrebbe aver colpa di leggerezza più che malafede, è “Tours Vatican City”. Plagio o leggerezza lo stabiliranno i giudici, perché Romio è stato denunciato e potrebbe pagare adesso con un processo penale con multe fino a 35 mila euro e la detenzione da uno a quattro anni. L’elenco a verbale della merce sequestrata fa sorridere: 4 bandierine con il volto sorridente del Santo Padre recanti la scritta “Benvenuti”, una cartina dello Stato del Vaticano e un’insegna recante lo stemma dei gesuiti. La Guardia di Finanza ha perquisito i locali e sequestrato gli oggetti, vergando che “la parte non è stata in grado di esibire alcuna autorizzazione rilasciata dalle autorità Vaticane per l’utilizzazione  dell’emblema ufficiale di Stato.” Tra le motivazioni del sequestro quindi la presunta violazione dell’art. 474 e 517 del codice penale, che prevede severe sanzioni per chi utilizza marchi contraffatti o registrati per trarne profitto. “Sono solo delle bandierine, souvenir e niente di più, quelle che vengono distribuite all’Angelus in Piazza San Pietro ogni domenica ai bambini” racconta Romio. “Le ho prese a San Pietro, e siccome organizzo tour in Vaticano per turisti ho messo le bandierine con il volto di Papa Francesco, ma non traggo profitto da quattro bandierine di plastica, sono oggetti personali, è forse illegale possedere una foto di Papa Francesco?”
Ma se il sequestro delle quattro bandierine e di una mappa con logo ufficiale sembrano davvero  aspetti veniali e risibili, meno veniale deve essere sembrata a destra del Tevere l’affissione dello Stemma di Francesco nell’insegna commerciale del negozio, al fianco di quel nome così ammiccante a Vatican City. Si tratta dello stemma che il Papa ha scelto già dopo la sua elezione episcopale e che raffigura due chiavi incrociate e l’emblema dell’ordine della Compagnia di Gesù, i gesuiti, da cui Bergoglio proviene. Il simbolo è corredato da un motto caro al Papa che ha scelto il nome del Santo di Assisi: “Miserando atque eligendo”. Con misericordia e predilezione.  “L’ho preso su Internet – racconta – io sono credente (nel negozio c’è anche una bandiera italiana esposta dietro al bancone, ma lo Stato italiano per fortuna non l’ha ancora denunciato per questo) comunque mi dispiace, chiedo scusa, non sapevo di fare una cosa che non si può fare. I finanzieri mi hanno detto che erano stati mandati direttamente dal Vaticano, il quale a sua volta era stato avvisato da un’agenzia tour operator concorrente, che mi fa la guerra da tempo, allora io ho detto va bene, copro subito il logo, e adesso ho paura che mi processino per questo. Ho letto che si può fare anche la galera.” Ora bisognerà vedere se la Procura di Roma, a cui il fascicolo è stato inviato, troverà reato nel possesso illegale della faccia e del simbolo del Papa. Potrebbe essere un precedente. Le nonne d’Italia, per premura stanno ripulendo pareti e credenze in tutto lo stivale dall’effige di San Pio di Pietrelcina. Hai visto mai la crisi il Vaticano – tra secolarizzazione, pedofilia, pauperismo di facciata – voglia farla pagare ai fedeli che credono e hanno il vizio di circondarsi di simboli. Anzi, chiamateli brand da oggi. Miserando atque eligendo.
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