EPPURE LO AVEVANO DETTO
L'intervista sul Concilio e le affermazioni sempre più ambigue o scioccanti di altissimi esponenti del clero, sedicente cattolico: "Si direbbe che costoro si ritengano degli iniziati, membri di una chiesa che non è la nostra"
di Francesco Lamendola
Nel libro-intervista che Jean Guitton ha pubblicato con il titolo Il secolo che verrà (Le siècle qui s'annonce; traduzione di Antonietta Francavilla, Milano, Bompiani, 1997, pp. 141 sgg.), in cui risponde alle domande di Philippe Guyard, parlando del Concilio Vaticano II e del cardinale Newman, di cui era un grande ammiratore e che considerava come il precursore di quell'evento, il filosofo francese, fra l'altro, diceva:
Penso che il Concilio attuale, nei tempi futuri, considererà con ragione che il personaggio che lo ha più ispirato e meglio spiegato a quelli che non lo comprendono sia il cardinale Newman. Perché? Perché un Concilio ha due aspetti: è un agente della verità, e la verità è che "due più due fanno quattro". Di conseguenza il Concilio è newmaniano nella misura in cui si dedica alla ricerca della verità. Però nel XX secolo la verità è cambiata. E la difficoltà di questo Concilio consiste nell'armonizzare l'identità col cambiamento, cioè nell'adattamento; quello che il papa Giovanni XXIII chiamava l'aggiornamento. [...]
[Alla domanda se la santa Messa esprima il ministro dell'eternità nel tempo] Sì, però penso che la messa attuale sia una messa di decadenza, e che la formula "wonderful solemnity" [di Newman] non possa applicarsi alle messe sconsacrate che ci hanno presentato talvolta dopo la fine del Concilio. [...]