ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 22 maggio 2018

La nuova "suicida" forma mentis cristiana

COSI' PARLA UN VERO PASTORE


La nuova "suicida" forma mentis cristiana: fino a quale livello di spudoratezza ed eretica menzogna si è spinta la neochiesa di Bergoglio? Un capolavoro di chiarezza dottrinale: l’enciclica di san Pio X Pascendi Dominici Gregis 
di Francesco Lamendola  


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I nemici della Chiesa sono spariti, si sono volatilizzati, o esistono tuttora? E, se ci sono ancora, ve ne sono anche dentro la Chiesa, oltre che fuori? E se sì, come chiamarli, come regolarsi verso di essi, se non come altrettanti eretici, doppiamente colpevoli, perché si servono delle armi della dissimulazione per introdurre nella Chiesa dottrine erronee e, così, sovvertire artatamente la divina Rivelazione? In altre parole: è lecito fare finta che l’eresia non esista più, che appartenga solo al passato? Come giudicare una Chiesa che proclami apertamente che vi sono ormai solo amici, che nessuno più è nemico della Parola di Cristo, e che non occorre stare in guardia contro chicchessia, giacché nessuno merita di essere più considerato un nemico? Certo: un simile atteggiamento appare assurdo, autolesionistico, delirante; eppure, a certe condizioni, è possibile introdurlo nella prassi pastorale e, un poco alla volta, perfino nella dottrina. Ora, di fatto, è proprio quello che è accaduto. 

Il preparativo alla terza rinnovazione..

"Fin nel Vaticano si vedevano cose che facevano ribrezzo (...). Tutto era tenebre, accompagnate da un'afa marcia e velenosa"...








LE STRAORDINARIE RIVELAZIONI ALLA SERVA DI DIO LUISA PICCARRETA

Luisa Piccarreta è oggi sulla via della beatificazione. Il 20 novembre 1994, la Santa Sede diede il “Nulla Osta” all’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, per l’apertura ufficiale della Causa di Canonizzazione.
Il 29 novembre del 2005, l’Arcivescovo Giovan Battista Pichierri ha chiuso la fase diocesana, iniziando così quella romana della Causa di Beatificazione (Bel tempo si spera, Tv 2000, 24 marzo 2017).

Una seconda Pentecoste è impossibile

La sola e unica Pentecoste: contro l'eresia neo-gioachimita




Il Concilio Vaticano II è stato bollato come una "nuova Pentecoste". Ma una nuova o una seconda Pentecoste è impossibile. La Pentecoste è il mistero dell'identità e della vitalità della Chiesa attraverso tutti i secoli fino al ritorno di Cristo nella gloria; la Pentecoste non è un semplice evento, come lo spettacolo pirotecnico del 4 luglio (festa dell'indipendenza statunitense, ndt), ma è un dinamismo che permane, espresso dalla perenne freschezza della liturgia, che "lo Spirito Santo ... copre nel suo dolce seno e con ali splendenti (1), cosa caldamente ricordata in tutte le Domeniche dopo Pentecoste, che riempiono di un verde brillante l'autentico calendario Romano.

Potrebbe esserci una nuova Pentecoste solo se la vecchia avesse fallito; e in modo simile, potrebbe esserci una nuova Messa solo se la vecchia avesse fallito (2). Se ci fosse una nuova Pentecoste, questa darebbe origine a un nuovo tipo di Cattolicesimo, con nuove dottrine, una nuova moralità, una nuova liturgia, una nuova umanità in una nuova creazione, tutte cose che potrebbero essere in aperto conflitto con le loro controparti della "vecchia Pentecoste".

Un'epoca di afflizione, di desolazione, di umiliazione per la Chiesa...

L'Oscura Trama dell'ONU per eleggere l'ANTI-PAPA




Ripropongo la presentazione di questo articolo, scritto da un famoso giornalista del Québec di cui ho parlato QUI in rapporto al Progetto Blue Beam, dal momento che i tempi, ora, avallano sempre più le ricerche da lui effettuate e per le quali è deceduto, come spiega la nota seguente  tratta da una relazione  del Prof. Francesco Lamendola.

Premessa su Serge Monast

"Il 5 dicembre 1996, dopo essere stato arrestato dalla polizia canadese ed aver trascorso una notte in prigione per ragioni legate alla mancata frequenza scolastica dei suoi figli, Serge Monast morì improvvisamente per un attacco di cuore.

Poiché si disse che non soffriva affatto di malattie cardiache, si diffuse il sospetto, fra i suoi amici e i suoi ammiratori che, durante le ore della carcerazione gli avessero fatto "qualcosa", ad esempio che lo avessero sottoposto ad un particolare trattamento con la tecnica del laser, in modo da provocarne la morte differita, fuori dalla prigione, così che la polizia non apparisse direttamente coinvolta.

Monast non era il primo, ma il secondo giornalista che moriva all'improvviso dopo essersi interessato al fantomatico Blue Beam Project, di cui aveva svelato, forse, troppi segreti che avrebbero dovuto rimanere tali." (Per saperne di più sulla vita di questo coraggioso scrittore, leggere QUI).

Il Partito degli assorbenti

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22 maggio 1978 – 22 maggio 2018: quarant’anni di aborto di stato 


Il 22 maggio del 1978, quarant’anni anni fa, un governo ancora turbato dal rapimento e dall’uccisione di Aldo Moro, in un’Italia sotto la spada di Damocle del terrorismo, lacerata da conflitti e tensioni sociali, pensava bene di approvare una legge che introduceva la legalizzazione dell’aborto procurato. Una legge che non era stata voluta dai medici, per i quali da secoli esisteva il vincolo del giuramento di Ippocrate che impone di non sopprimere la vita dei pazienti, tantomeno con l’aborto, né dei giuristi, né dall’opinione pubblica. La Legge 194 sulla cosiddetta “interruzione di gravidanza” fu voluta da una piccola ma agguerrita minoranza poltica, che agiva in un’ottica non scientifica, non umanitaria, ma puramente ideologica, che si seppe imporre su una più vasta maggioranza di politici affetti da ignavia, pigrizia, ignoranza. Fu così approvata questa legge firmata da esponenti della cultura laicista e socialista, ma avallata da ministri democristiani che da lì a pochi anni sarebbero stati spazzati via da note vicende giudiziarie, in una sorta di terribile nemesi storica.
L’occasione di questo triste e amaro anniversario ci consente di fare qualche riflessione e di ribadire  la nostra posizione a riguardo delle tematiche della difesa della vita e della dignità dell’essere umano fin dallo stato embrionale.

La credibilità del partito della fronda.

FFI. LA GRANDE ACCUSATRICE OFFRE SCUSE FORMALI: HA SCRITTO “COSE NON VERE” SUI LAICI.


Mentre si avvia al quinto (!) anno il commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata, senza che si veda per ora una possibile soluzione a questa straordinaria vicenda, che resterà insieme ad altri atti di imperio al limite dell’arbitrio (vedi Ordine di Malta) come una delle macchie su questo Pontificato, c’è da registrare un fatto importante, nel castello di accuse e diffamazioni che hanno avvelenato questa storia.

Ma Dio distruggerà questo e quelli

OMOERESIA PENULTIMA FERMATA


Omoeresia, penultima fermata prima del capolinea. Il tema della pratica omosessuale è il cavallo di Troia ideale per far entrare il nemico fin dentro il cuore della "cittadella cristiana", demolendone le difese dall’interno 
di Francesco Lamendola  

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La validità del Sacramento eucaristico, centro e cuore della santa Messa e di tutta la Chiesa cattolica, validità messa in forse da una serie di sciagurate iniziative della gerarchia ai suoi massimi livelli – prima da parte di Bergoglio con l’esortazione apostolica Amoris laetitia, in tema di comunione ai separati e divorziati passati ad altra unione (cioè, in pratica, viventi in flagrante peccato di adulterio), ora da una parte della Conferenza episcopale tedesca, capitanata dai soliti Marx & Kasper, in tema di “intercomunione” alle coppie formate da un coniuge cattolico e uno protestante – è certamente un problema più serio, perché colpisce al cuore la dottrina cattolica. Tuttavia, i nemici interni della Chiesa di Cristo hanno individuato un terreno più agevole, per loro, sul quale sferrare l’assalto decisivo contro i Sacramenti, contro la Grazia e a favore del peccato, e cioè quella che ormai da tempo viene indicata, con neologismo brutto ma efficace, omoeresia. 

Ci alzeremo in piedi ?

ACCADEMIA GPII VITA E FAMIGLIA A ROMA. L’INTERVENTO DI MONS. NEGRI. LE FAKENEWS SU HUMANAE VITAE.


Cari lettori di Stilum Curiae, oggi a Roma si è svolta la prima conferenza internazionale della neo-costituita Accademia per la Vita e la Famiglia Giovanni Paolo II, fondata dal prof. Josef Seifert, il filosofo tedesco privato dell’insegnamento dall’arcidiocesi di Granada per le sue critiche ad Amoris Laetitia. Siamo lieti di offrirvi il testo integrale – in italiano – dell’intervento di mons. Luigi Negri, arcivescovo emerito di Ferrara.

lunedì 21 maggio 2018

Chi dei due ha visto più lungo?

L’incontro tra Paolo VI e mons. Lefebvre: a noi posteri la facile sentenza 

È da pochi giorni rimbalzata sui blog la notizia lanciata da Vatican Insider sull’uscita del libro di padre Leonardo Sapienza “La barca di Paolo”, in cui viene riportato integralmente il verbale del colloquio avvenuto tra Paolo VI e mons. Marcel Lefebvre. L’incontro avvenne a Castel Gandolfo, la residenza estiva dei pontefici, l’11 settembre del 1976, presenti anche don Pasquale Macchi, segretario particolare di papa Montini e don Giovanni Benelli, sostituto della Segreteria di Stato e futuro arcivescovo di Firenze. È proprio quest’ultimo il redattore delle otto cartelle che ora vengono a galla grazie alla pubblicazione di padre Sapienza. L’incontro durò dalle 10.27 alle 11.05 ma in quei pochi minuti è condensato un universo di problemi e argomenti che tengono banco ancora oggi, a distanza di 42 anni. I temi trattati non sono certo una sorpresa: ciò che fa effetto è sentire le voci di questi protagonisti riecheggiare dal freddo verbale stilato da un funzionario di curia. Diciamocela tutta: ciò che dice mons. Lefebrve è ciò che vorremmo dire anche noi se solo avessimo possibilità di poter esprimerci con il Potere. Lui ha però avuto l’occasione di farlo veramente, con coraggio e coerenza. A noi resta la soddisfazione di vedere, dopo 42 anni, cosa nel frattempo è successo e – perché no – chi dei due ha visto più lungo e forse aveva davvero ragione.







L'aborto non è più un dogma?


“I love my life!” Parola di Conor

    Mancano pochi giorni al referendum che potrebbe legalizzare l’aborto in Irlanda. L’appuntamento è per il 25 maggio, come stabilito dal Consiglio dei ministri. Se gli irlandesi diranno sì all’abrogazione dell’ottavo emendamento dell’articolo 40 della Costituzione, emendamento secondo il quale la madre e il bambino non ancora nato hanno gli stessi diritti, di fatto si avrà il via libera all’aborto dopo che la Corte suprema, chiamata a pronunciarsi sui diritti costituzionali dei bambini non ancora nati, ha detto che questi, al di fuori dell’articolo 40, non ne hanno nessuno.
Secondo quanto anticipato dalla stampa irlandese, se l’emendamento sarà soppresso la nuova legge stabilirà che la richiesta d’aborto dovrà essere sottoposta a due medici e l’intera “procedura” durerà tre giorni. Come sempre in questi casi, i sostenitori della legge mettono l’accento sui “diritti” delle donne, ma i vescovi irlandesi in una nota rispondono che quello veramente in discussione è il diritto alla vita, il quale non può dipendere da una legge. “Per questo, dichiarare che tale diritto non è riconosciuto a una particolare categoria – i piccoli in gestazione – è per noi un passaggio scioccante e una palese ingiustizia”.

Dio l'ha fatto così?

PAPA FRANCESCO AL BERGAMO PRIDE. MI RACCOMANDO, NIENTE PREGHIERE DI RIPARAZIONE. LO VUOLE LA CURIA.

A Bergamo ieri si è svolto il Gay Pride. Una preghiera di riparazione organizzata nella Chiesa dei cappuccini è stata ostacolata e alla fine stoppata dalla Curia diocesana. Avrebbe dovuto tenersi oggi. Al suo posto, questa sera, ma sul sagrato della Chiesa, avrà luogo un rosario di riparazione.

Pietas l'è morta?

PIETAS PER UNA NUOVA CIVILTA'



Risuscitare pietas e caritas medievale per ricostruire la civiltà. Se vogliamo sperare di sopravvivere all'auto-distruzione della modernità, dobbiamo resuscitare qualcosa di equivalente. L’uomo non può fare da solo e senza Dio 
di Francesco Lamendola  

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Gli antichi lo sapevano, il lettore dell’Eneide lo sa bene, lo sapevano i nostri nonni quando ci insegnavano la devozione, il rispetto e la gratitudine verso Dio, verso la Patria e verso la Famiglia. Ma poi è arrivata la modernità; è partita da lontano, strisciando come una serpe, e infine è esplosa nel 1968, seminando macerie che tuttora ingombrano la nostra via: e una montagna di disprezzo si è abbattuta sulla triade Dio, Patria e Famiglia. Più in generale, il sentimento della pietas è stato ridicolizzato e praticamente distrutto; ora lo dobbiamo resuscitare, se vogliamo sopravvivere. Di fatto, non esiste civiltà senza la pietas: smarrire quest’ultima equivale a precipitare nella barbarie. Infatti, quella in cui viviamo non è una civiltà, ma una barbarie costituita.

Qua si sta già giocando la partita per la successione.

Gli esami a Papa Francesco
Cardinali contro il Pontefice, porporati arrabbiati e la partita per la successione già iniziata
Papa Francesco (foto LaPresse)
Il diluvio che copre il Cupolone rende nervoso il cardinale seduto al tavolino del bar turistico a due passi da piazza della Città leonina. Appoggia il cappello sul tavolo, accanto al cellulare vecchio di almeno un decennio e mi domanda se ho letto quel che ha detto il cardinale di Utrecht, Ejik. Dico di no, che non so neppure chi sia questo cardinale, immagino uno dei soliti progressisti del nord Europa. Invece no, scopro che è quasi un lefebvriano, tanto conservatore è. Il mio interlocutore mi dice che mai nessuno come questo Ejik se l’era presa con il Papa: “Altro che dubia, altro che Burke. L’arcivescovo di Utrecht ha messo in dubbio il ruolo di defensor fidei del Papa, e questo è gravissimo.

domenica 20 maggio 2018

Come eravamo noi prima,come siamo adesso?

BEATA EMMERICK NELLA RIVELAZIONE DELLE PENTECOSTE …


Alla vigilia della festa, la sala del Cenacolo era adorna di piante, ai rami delle quali erano appesi mazzi di fiori e verdi ghirlande . Pietro indossava i suoi paramenti episcopali. Di fronte a lui stava la Vergine. Gli apostoli stavano ai lati con il viso rivolto verso il capo della Chiesa. Quando Pietro benedisse i pani, che poi distribui’ prima alla Vergine e poi agli apostoli, erano presenti dentro la sala almeno 120 persone, senza contare le pie donne.
A mezzanotte sì avverti una straordinaria commozione sulla natura, mentre una soprannaturale tranquillità dominava sul Cenacolo, dove regnava un religioso silenzio.

Si annidano ovunque

Attenzione ai falsi difensori della Tradizione

Non vi è nulla di peggio al mondo di coloro che intendono presentarsi, o vengono considerati, per quello che non sono.

In tempi in cui anche chi ha le idee confuse riesce ad esporle come se fossero fior di princìpi, si corre il rischio di inseguire l'apparenza piuttosto che la sostanza.
Ciò a maggior ragione in campo religioso dove il rischio di dare credito a dei "falsi d'autore" comporta il risultato di indirizzare le proprie attenzioni a delle autentiche patacche: prima o poi ci si renderà conto di trovarsi tra le mani un pugno di mosche e la certezza di aver perso tempo prezioso, essendosi lasciati condurre in strade a fondo chiuso.

Questi personaggi ostinatamente impegnati, con la lettura forzata della realtà, nel coniugare ciò che non si può coniugare, abili professionisti nel mascherare l’intento di fare andare a braccetto fede e propri interessi personali, si ergono ciò nonostante a punto di riferimento del mondo cattolico.

E ora lo hanno fatto

UNA NUOVA INQUIETANTE INTERPRETAZIONE DELLA VISIONE DELLA BEATA Anne Catherine Emmerich, dei due papi, i pagani e il Pantheon.



Sulla scia della crescente crisi nella Chiesa che è entrata in un più rapido movimento dopo le sorprendenti dimissioni di Papa Benedetto e il papato altrettanto sconvolgente e sconfortante di Papa Francesco, un numero di profezie cattoliche è stato oggetto di una discussione diffusa. Tra le più importanti la visione della beata Anne Catherine Emmerich (parzialmente citata) sulla “relazione tra due papi” e le “conseguenze funeste” della “falsa chiesa” che presumibilmente seguirà.
Sembrava a molti che la visione fosse uno squarcio offerto alla beata Anne Catherine Emmerich dei nostri tempi difficili e della nostra Chiesa in difficoltà, in particolare con il suo preciso riferimento a “due Papi”.

Ci sei?

Meno tre. Il "C9" cade sempre più a pezzi


Quando Jorge Mario Bergoglio lo istituì, sei mesi dopo la sua elezione a papa, sembrò l'inizio di una rivoluzione: un consiglio fatto di otto cardinali di cinque continenti, con il compito di coadiuvare il papa nella riforma della curia e soprattutto nel "governo della Chiesa universale".
E invece, dopo cinque anni e ventiquattro summit attorno a Francesco, la curia è più malmessa di prima, la Chiesa universale è in stato di confusione e questo consiglio cardinalizio è a pezzi. Fotografia impietosa dell'attuale pontificato, che merita un ingrandimento.

Etsi infidelis..

SULLA VALIDITA' DEI SACRAMENTI


Sono validi i Sacramenti della Chiesa odierna? È la fede del cristiano che rende valido il Sacramento per quanto infedele la Chiesa cattolica è sempre la Sposa di Cristo e solo Dio sa se i suoi sacerdoti sono in "grazia di Dio" 
di Francesco Lamendola  
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Alcune persone, indubbiamente animate da un lodevole zelo di verità, si tormentano al pensiero che i Sacramenti amministrati da sacerdoti i quali, di fatto, sono modernisti, nel contesto di una Chiesa cattolica che è sempre meno cattolica e sempre più massonica, gnostica e relativista, non sono validi e quindi non conducono le anime alla salvezza, ma creano solo l’illusione di essere nella grazia di Dio. Ne conosciamo diverse e siamo persuasi che, nella grande maggioranza dei casi, si tratta di persone eccellenti, animate dalle migliori intenzioni e da un sincero scrupolo religioso; nondimeno, riteniamo che i loro scrupoli non conducano da nessuna parte e che servano solo a farle soffrire, oppure a chiudersi da se stesse in una specie di recinto ideale, nel quale, di fatto, si separano da tutto e da tutti, perché, secondo loro, al di fuori di esso non vi sono la verità, né la Presenza Reale del Signore, e perciò neppure la salvezza. 

A Roma c’era un Papa

OMOFOBIA E GAY PRIDE. ROSARIO DI RIPARAZIONE A REGGIO, UNA LETTERA AL VICARIO DEL PAPA.

Cari lettori, Stilum Curiae si occupa oggi di omofobia, e di gay pride. Come sappiamo in questi giorni alcuni vescovi hanno deciso di bruciare incenso a uno dei nuovi idoli (quanto reali è tutto da vedere) della cultura politically correct, e cioè l’omofobia. Quello che giustamente il cardinale Müller definisce uno strumento del dominio totalitario sulla mente degli altri. Vogliamo allora darvi conto di alcuni avvenimenti che vanno in senso contrario a questo infarcimento dei cervelli tramite televisione, giornali e altri mezzi.


Il primo lo troviamo in una lettera che è stata inviata a Stilum Curiae e, pensiamo, a molti altri mezzi di comunicazione, per una veglia di preghiera a Reggio Emilia. Ecco alcuni brani del testo:

Il mercatino delle pulci

PINEROLO
Fede fai da te fuori controllo: “Credo in quello che mi pare"

Dopo il caso del sacerdote che si rifiutava di proclamare il Credo, a Pinerolo si dice una Professione di fede à la carte. Testi adattati alla bisogna e completa assenza di incarnazione, passione e morte, giudizio, perdono dei peccati. Possibile? Sì è la nuova frontiera della fede fai da te. Ma vescovo e parroco non sembrano particolarmente preoccupati. Tanto che al telefono con la Nuova BQ scaricano tutto sul prete responsabile della trovata. Che si rifiuta di spiegare, ma nel frattempo “gestisce” una chiesa trasformata in mercatino delle pulci. 



«Credo in quello che mi pare». Da Pinerolo arriva una nuova formula della professione di fede. Sicuramente meno impegnativa di quella in uso alla Chiesa Cattolica da appena 2 millenni, anno più anno meno. Dopo il sacerdote della Diocesi di Torino che nella notte santa di Natale annunciò che «al Credo non ci credo», rimaniamo sempre in Piemonte per dare conto di una nuova stravaganza portata avanti da un prete con nel totale disinteresse non solo della sua parrocchia, ma anche della Diocesi di Pinerolo. 

La Buona Battaglia per la Vita continua

Marcia per la Vita: un fiume umano per le vie di Roma

Un vero fiume umano ha partecipato questo sabato 19 maggio all’VIII edizione della Marcia per la Vita di Roma, il più significativo evento pro-life promosso a livello nazionale, per dire un chiaro no all’aborto senza se e senza ma.
Il corteo, più imponente degli anni scorsi e costituito da giovani, famiglie, parrocchie, sacerdoti, gruppi ed associazioni, è partito attorno alle 15.15 da piazza della Repubblica e si è snodato occupando, dalla testa alla coda, l’intera via Cavour fino a via dei Fori Imperiali, per poi giungere sino alla chiesa della Madonna di Loreto a piazza Venezia.
Dietro lo striscione della Marcia, sfilava una quindicina di Sindaci giunti con fascia tricolore, oltre a diverse figure istituzionali quali l’on. Lorenzo Fontana, vicepresidente della Camera dei Deputati, l’on. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, l’on. Giancarlo Giorgetti, capo-gruppo della Lega alla Camera.

sabato 19 maggio 2018

Il “baricentro dell’anima”


Il Segreto di Fatima ci salverà? In realtà ci ha già salvati!


Il Segreto di Fatima ci salverà? O ci ha già salvati? Non sarà forse temeraria una simile affermazione? Eppure riflettendo con attenzione non dovrà dirsi del tutto sconsiderata.
E’ trascorso ormai quasi un anno esatto da quando, con il 13 maggio 2017, la Chiesa ha festeggiato il centesimo anniversario delle apparizioni di Fatima, riportando in auge quegli eventi, quei messaggi e quelle profezie che hanno segnato un secolo intero.
Messaggi e soprattutto profezie che dovranno ancora segnare i decenni a seguire perché, come ebbe ricordare il papa Benedetto XVI pellegrino a Fatima nel maggio 2010, “la profezia di Fatima ci sta tutta davanti”: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi ». E prosegue: « L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo […]. Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo» (1)

A mali estremi..

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Maledictio contra seductores


Quasi un anno fa ci permettevamo – attirandoci gli strali dei puri e duri – di mettere in guardia quanti, con pubbliche manifestazioni di riparazione, finivano loro malgrado col fare il gioco del nemico, dando ancor più risonanza alle sue iniziative e offrendogli l’opportunità di neutralizzare gli obiettori bollandoli come integralisti cattolici. È così che, ora, il capo dei sodomiti reggiani può a buon diritto esultare affermando trionfante che, «grazie a certi “avversari”, abbiamo fatto più passi avanti in due anni che in decenni di battaglie». La contestazione di quel pover’uomo del vescovo (che farebbe bene, peraltro, a chiarirsi un po’ le idee) ha avuto altresì per effetto la ferrea compattazione di tutta la curia diocesana, che come un sol uomo gli si è serrata attorno a mo’ di falange macedone. Come risultato non c’è che dire… La storia cristiana e la dottrina spirituale insegnano – o mirabile esempio di concordanza tra teoria e prassi! – che lo zelo, prima d’essere ardente, ha da essere intelligente, per non sortire l’effetto contrario. Gratia supponit naturam…

Non sufficit

VESCOVI CILENI, ED CONDON: LE DIMISSIONI NON BASTANO 
Dopo i precedenti articoli di cronaca (qui, qui , qui), riporto questo editoriale di Ed Condon pubblicato ieri sul Catholic Herald.

Eccolo nella mia traduzione.


                                                 Foto: papa Francesco

Le ultime 24 ore hanno visto la saga degli scandali di abusi sessuali cileni e presunto occultamento prendere diverse svolte drammatiche.  Giovedì, il Vaticano ha pubblicato una lettera consegnata da Papa Francesco ai vescovi cileni. In essa, il Papa ha fatto riferimento alla necessità di azioni “a breve, medio e lungo termine” per “ristabilire la giustizia”. Venerdì mattina è trapelato un documento ai media cileni in cui il Papa ha usato un linguaggio molto più forte. Egli ha affermato, secondo il documento trapelato, che le persone dovevano essere rimosse dall’ufficio, ma che questo da solo non sarebbe stato “sufficiente”.

Se queste sono le premesse

VEGLIE CONTRO L’OMOTRANSFOBIA? NON ABBIATE PAURA, È SOLO L’INIZIO

                             Foto: crocifisso con bandiera arcobaleno
E’ tutto un fiorire di Veglie ecumeniche di preghiere per il superamento dell’omotransfobia in molte diocesi italiane (qui). Quest’anno poi, alcune di esse saranno presiedute da alcuni vescovi.
Il sito di Gaynews (qui) così riporta la notizia: “Dopo Beschi a Bergamo e Lorefice a Palermo colpo di scena a Reggio Emilia: il vescovo Camisasca presiederà la veglia anti-omofobia”. Se Gaynews è sorpresa della presenza di mons. Camisasca alla veglia anti-omotransfobia, a maggior ragione lo saremo noi.

Un antidoto alla spudorata degenerazione

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Deriva della gerarchia cattolica: come uscirne?

Omnes declinaverunt, simul inutiles facti sunt: non est qui faciat bonum, non est usque ad unum. Tu vero, Deus, deduces eos in puteum interitus (Sal 52, 4; 54, 24).

«Sono tutti andati fuori strada, insieme son diventati inutili: non c’è chi faccia il bene, non ce n’è neppure uno. Ma tu, o Dio, li farai finire in un abisso di rovina». Chi devia dal retto sentiero della dottrina e della prassi cattoliche non soltanto si rende inutile e stolto, ma corre pure il rischio di precipitare all’Inferno con tutti quelli che lo seguono. Ma com’è possibile che buona parte della gerarchia cattolica sia venuta meno al suo compito e stia andando miseramente alla deriva? Deve pur esserci una spiegazione. Un dato meramente cronologico indica che le attuali guide della Chiesa si sono formate – guarda caso – dopo il Concilio Vaticano II. In maniera sintetica, si può affermare che nell’ultimo mezzo secolo sono state imposte un’educazione teologica, una forma liturgica e una prassi pastorale che hanno assunto e incorporato la contraddizione, il soggettivismo e il relativismo, deformando la mente dei chierici e assuefacendola ad essi.

venerdì 18 maggio 2018

O stare con Cristo e con la Chiesa o dalla parte delle idee moderne

VATICANO II FU UNA VENDETTA?


 Il Concilio è il nostro 1789 ! Il concilio Vaticano II è stato la vendetta contro il I. L'ipotesi che quanti lo vollero intesero riprendere l’opera abortita nel 1870 mirando a una "rivincita" sul dogma dell’infallibilità papale 
di Francesco Lamendola  

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Quando si parla del Concilio Vaticano I, la mente della maggior parte delle persone corre al dogma dell'infallibilità papale, per cui si tende a identificare il concilio con quella storica decisione. Ma la verità è che  il papa Pio IX, quando concepì l'idea del concilio - e ne diede annuncio ai cardinali fin dal 6 dicembre 1864, cinque anni prima della sua effettiva convocazione - pensava, sì, anche ad una eventuale affermazione solenne della infallibilità papale in materia dogmatica; ma, nello stesso tempo, aveva in mente uno scenario molto, ma molto più vasto. La vera posta in gioco, che, a suo avviso, rendeva necessaria la convocazione del concilio, era la definizione, chiara e inappellabile, delle relazioni fra la Chiesa e il mondo moderno: e non è certo un caso che il Concilio venne aperto, nella basilica di San Pietro, l'8 dicembre 1869, cioè nello stesso giorno in cui, quindici anni prima, aveva proclamato il dogma della Immacolata Concezione di Maria. In particolare, per Pio IX si trattava di ottenere una adesione dell'episcopato all'enciclica dell'8 dicembre 1864, Quanta cura, cui aveva allegato il Sillabo, un elenco di ottanta proposizioni dichiarate erronee e riguardanti le idee sociali, politiche e culturali più caratteristiche della civiltà moderna. L'intenzione e la finalità del Sillabo possono essere riassunte nell'ottantesima e ultima proposizione condannata, che, in un certo senso, le compendia tutte: il Romano Pontefice può e deve riconciliarsi e venire a composizione col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà.

Pestis emeritorum

Pedofilia, è bufera in Vaticano: vescovi cileni dimessi in massa

Dopo lo scandalo sulla pedofilia e l'insabbiamento delle denunce, i vescovi cileni hanno rimesso gli incarichi nelle mani del Papa

Bufera in Vaticano. Con una mossa storica, sicuremente unica nel suo genere, l'intera Conferenza Episcopale cilena ha rimesso il suo mandato nelle mani di Papa Francesco.

Tecnicamente, significa che tutti i 34 vescovi cileni si sono dimessi in massa a seguito dello scandalo scoppiato per il caso pedofilia e i presunti insabbiamenti delle denunce.